segunda-feira, 6 de setembro de 2010

Novella Messicana

Ooh, Darling! Scrivi anche per me una "Novella Messicana", ancora meglio da quella che loro hanno scritto per te. Fammi villano, fammi cattivo, fammi crudele, fammi brutto! Che io riderò de te. Io riderò dello tuo bisogno imenso d'essere vittima.
 Tu sei troppo previsibile, è facile vedere che stai sconvolta di me... Tutte le volte che la vedo ubrica, forzando una risata, a fare ironie di Quinto Grado, può vedere che stai sconvolta... Bene! Io giammai saperò che cosa te sconvolte si non volete dire a me... Non sono come quella tua amica che deve avere una sfera di cristallo per sapere cose che nessuno l'ha detto, "né?"... Tu sai che non può caricare niente più de te! Riccordi che tu che m'hai chiesto: "Non aspettade niente da me!", e da vero mai ho aspettato e mai aspettarò. Lo che me fa trattarte bene è sopratutto la gratitudine, perchè mai dimenticarò quel giorno, che, doppo della nostra "Trappola", la fino ad allora "bissessuale invidiosa" su chi tante gente m'hanno parlato al inizio dell'anno, m'ha raccolto nello suo grembo, m'ha bacciato la testa, ascoltato i miei dolori, e sopratutto m'ha detto i suei dolori... Per questo, io non ho e non può avere nessuno farto de male da te...  Non dimenticai, caríssima, tu non puoi deludere chi non aspetta nulla da voi, anche perchè tu che, in un bello giorno, m' hai chiesto d'essere così... Ricordi? Tu sei ancora per me una amica, in chi io sò che può fidare sempre, l'unica cosa che ho per lamentare è che putroppo io mai non t'ho visto felice... Ma che s'ha di fare... Pazienza! Si tu credei nello stesso di me, Dio le benedica!

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